"CHI FA DA SE FA PER TRE" questo è un famoso proverbio della cultura popolare italiana, ma per AVIS è vero il contrario.
AVIS è una squadra i cui principali giocatori sono 3.
I Volontari operosi nel portare a termine i loro compiti nella sede e ad organizzare al meglio le sedute di prelievo e tutte le attività extra.
I Donatori che sono l'anima di AVIS.
L'Unità di Raccolta, cioè l'equipe composta da medici ed infermieri che sia nei punti di raccolta sia nella sede principale di San Pancrazio svolgono le fasi mediche (visite mediche, preparazione al prelievo e prelievo stesso). Essa svolge il ruolo più importante, si prende cura prima, durante e dopo la donazione del donatore.
L'Unità di Raccolta di Parma è un punto di forza di AVIS ed è grazie alla professionalità e cordialità dei medici ed infermieri che compongono questa squadra che il donatore si sente coccolato e al sicuro "come a casa propria" durante la donazione.
A guidare questa magnifica squadra è la Dottoressa Fiorella Scognamiglio, alla quale abbiamo rivolto qualche domanda.
Come è avvenuta la sua conoscenza con Avis?
Nel modo più classico penso: un'amica era impegnata con la sezione del mio piccolo paese ed io sono stata "contagiata".
Per quali motivi ha scelto di lavorare con Avis?
Anche in questo caso l'occasione si è presentata in modo fortuito. Mi ero recata all'Ordine dei Medici per sbrigare delle formalità e mentre aspettavo ho letto una locandina con la richiesta di medici "selezionatori" per collaborare con Avis Provinciale ed ho pensato fosse un'opportunità allettante per poter lavorare in campo medico, ma partendo non dalla ricerca della malattia e della sua cura ma da persone sane che si proponevano esse stesse come "cura".
Nel corso degli anni ha trovato un valore aggiunto nell'essere un medico AVIS rispetto alla "sola" professione medica?
Iniziando a lavorare con AVIS mi si è aperto un mondo, quello del Volontariato, ma vissuto come professionista cioè come un medico cui si affidavano persone sane animate da un grande desiderio: essere utili al prossimo in modo completamente gratuito ed altruistico.
Per questo ho dovuto confrontarmi con problematiche sanitarie diverse per le quali avrei potuto essere un interlocutore privilegiato, in quanto medico, ma a contatto con persone sane che si impegnavano per un "prossimo" sconosciuto e a cui si doveva garantire di rimanere sani.
Cosa si prova ad essere il "filo conduttore" tra il donatore ed il "malato"?
Responsabilità, soddisfazione, qualche volta timore per la grande responsabilità che noi medici Avis abbiamo nel rispondere ad esigenze tanto distanti come quelle dei pazienti/riceventi, dei donatori e del Servizio Sanitario Nazionale di cui come Piano Sangue siamo parte integrante.
Per lei il dono del sangue ha un significato ulteriore oltre il semplice atto?
Donare sangue è, a mio parere, una delle forme più pure di amore disinteressato. Significa dare una parte di sé, che da sempre è identificata con la vita stessa, senza neppure pensare di ricevere nulla in cambia Per questo i donatori sono diventati una parte così importante della mia vita e non so^ della mia attività professionale. Meritano attenzione, cordialità, cortesia e partecipazione umana ancor prima che professionale.
La sua definizione di DONATORE?
Direi in sintesi che il donatore è una persona che si apre alle necessità del mondo in cui vive, senza voler sapere a chi 0 dove va il suo dono. Per questo merita che il sangue donato venga tenuto in grande considera zione, e mai dato per scontato. Non possiamo poi dimenticare che per fare questo sceglie stili di vita e comportamenti prudenti e misurati allo scopo di poter donare sangue e plasma con il minimo rischio possibile di trasmettere infezioni nello stesso tempo di dare il miglior contributo possibile con il proprio dono.
Che importanza ha AVIS, come associazione che si regge sulla figura del volontario, nella raccolta del sangue?
Penso che la raccolta associativa abbia una enorme importanza perché ha la capacità di ricordare sempre che al centro di tutto sta la persona: il donatore AVIS, infatti, promuove, stimola e organizza le persone che vogliono diventare donatori, favorendo la realizzazione del loro profondo desiderio di donare.
In tanti pensano che per risolvere il problema della scarsità di sangue basterebbe pagare direttamente colui che dà il proprio sangue, cosa ne pensa?
È una convinzione diffusa e pervasiva della società l'idea che tutto sia trasformabile in valore economico, e così trovare la soluzione più facile a tutti i problemi a scapito dei valori dell'Uomo, basati sull'essere soggetto sociale e solidale. In passato si è visto che questa soluzione ha determinato sofferenze inenarrabili e drammi in tante vicende di malati. Il sangue raccolto da donatore volontario è ormai riconosciuto da tutti assolutamente superiore per sicurezza e per caratteristiche biologiche proprio perché il dono volontario, anonimo, gratuito e consapevole e alla base di una raccolta affidabile per correttezza dei comportamenti individuali e priva di qualsiasi "tornaconto" personale, che può spingere a fare scelte anche eticamente incerte.
Come vede il futuro dell'AVIS e della raccolta del sangue?
Bisogna sempre andare avanti ed adeguarsi ai cambiamenti. La società è cambiata e anche AVIS deve cambiare e cercare di adeguarsi al nuovo modo di essere dei giovani. É certo che sono loro che restano la base per creare e consolidare il nostro futuro come AVIS e come società. Bi sogna coinvolgerli sempre più nella vita associativa, che diventa ancor più importante per la sua azione promozionale di tipo culturale, protesa a portare avanti il valore del volontariato come azione libera da vincoli e da interessi personali e capace di stimolare la partecipazione solidale con un dono, il sangue, che è un "prodotto" insostituibile e che la Scienza medica per molto tempo ancora non potrà rimpiazzare.
L'importanza dei giovani per l'AVIS e per la raccolta sangue?
Non c'è soltanto l'importanza dei giovani per l'AVIS, al di là di quanto detto, ma bisogna tenere conto del valore che le proposte, i modelli di vita, gli esempi e le testimonianze che nell'AVIS i giovani possono trovare nel momento in cui devono scegliere che tipo di cittadini vogliono diventare, che società desiderano realizzare. Il donare il proprio sangue, il far parte di un'associazione di volontari che hanno queste convinzioni non può che essere un vantaggio per loro, per il futuro della raccolta del sangue e per l'AVIS tutta.
Consigli per la sezione AVIS di Sorbolo?
Non credo che i dirigenti dell'AVIS Sorbolo abbiano bisogno di consigli! Penso sia evidente per tutti la grande capacità operativa dimostrata in tanti anni, la realizzazione di un centro AVIS che è invidiabile e che ha raccolto la partecipata collaborazione di tutti i suoi cittadini, delle Autorità comunali oltre che il sostegno di attività imprenditoriali e di volontariato sociale. Forse abbiamo bisogno noi dei loro consigli, più che darne a loro.
E' giunto il momento di ringraziare e salutare la Dottoressa, che in questo momento ci dona un sorriso di gioia , lo stesso sorriso che regalano i volontari, i medici e gli infermieri ai donatori sia quando entrano in AVIS sia quando escono.